Respirare aria sana: come sanificare e pulire gli impianti del condizionatore?

Manutenzione degli impianti di climatizzazione: un’attività troppo spesso sottovalutata. Perché? Sicuramente incidono l’assenza di un obbligo legislativo (invece esistente ad esempio per caldaie, automobili ecc.) e la mancanza di un vero e proprio processo di sensibilizzazione sull’argomento nei confronti dei singoli. Eppure, gli impianti di climatizzazione hanno una funzione importantissima nei nostri edifici: quella di immettere e far circolare l’aria che respiriamo. L’Indoor Air Quality (inteso come qualità dell’aria interna di edifici e strutture) è un concetto di cui si è a lungo discusso in questi ultimi mesi, una condizione che tutti possono e devono monitorare, indipendentemente dalla pandemia in essere, come affermato da BESA (thebesa.com/iaq) nella Beginner’s Guide to Indoor Air Quality. Non solo virus ma anche batteri, muffe e acari: i condizionatori sono ambienti umidi dove questo tipo di microorganismi tendono inevitabilmente a proliferare e la cui presenza può provocare, agli occupanti che li respirano, malattie e allergie di vario tipo. Vivere, lavorare e passare il tempo libero in un ambiente salubre e pulito è la priorità di tutti, ma affinché questo sia possibile è necessario eseguire regolarmente operazioni di pulizia e manutenzione degli impianti A/C.
Cosa bisogna pulire? Con che frequenza? Ecco cosa abbiamo scoperto.

Perché è necessario pulire gli impianti di climatizzazione?

Le ragioni sono diverse. Innanzitutto, la pulizia regolare e ordinaria di un impianto di climatizzazione è fondamentale per garantire un elevato livello di qualità e salubrità dell’aria immessa nell’ambiente.
Pensiamo semplicemente a quanto, in questo ultimo anno, si sia discusso sul concetto di Indoor Air Quality come requisito fondamentale non solo per ridurre al minimo il rischio di diffusione di batteri, germi e virus negli ambienti confinati (quali case private ma anche uffici, scuole, mezzi di trasporto, ecc.) ma come elemento indispensabile per la qualità di vita. Basti pensare che il 90% del nostro tempo viene trascorso indoor e che ricerche hanno dimostrato che la scarsa qualità dell’aria ha un effetto negativo sulla capacità di concentrazione con conseguenze inevitabili sulla produttività.
Impianti puliti in profondità e con regolarità significano quindi aria sana: una tutela indispensabile per la salute delle persone e la loro qualità di vita. Inoltre, non dimentichiamo che, in assenza di un’adeguata pulizia degli impianti A/C, questi tendono ad essere meno performanti e a consumare più energia, con un ovvio aumento della bolletta per l’utente finale.
Infine, sporco, depositi e incrostazioni non opportunamente puliti e trattati possono provocare guasti prematuri all’impianto A/C, riducendone la vita media.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria indoor, quali sono i rischi a cui andiamo incontro se non puliamo il nostro impianto A/C?

La scarsa manutenzione e pulizia dei climatizzatori aumenta il rischio di contrarre malattie di vario tipo. Nei filtri e, più in generale, nelle unità interne degli impianti A/C, infatti, è possibile riscontrare la presenza di agenti infettivi (batteri o virus) e di allergeni (muffe o acari), entrambi potenzialmente nocivi per la salute umana. Pensiamo ad esempio alla legionella pneumophila, un batterio che tende a proliferare nei condizionatori non adeguatamente puliti ed igienizzati, e responsabile di disturbi alle vie respiratorie che possono sfociare persino in gravi polmoniti. O ancora alle congiuntiviti, causate proprio dal trasporto nell’aria di agenti batterici e/o virali che si trovano nelle unità interne (filtri, batterie alettate, ecc.) dei climatizzatori. Sono inoltre diverse le reazioni allergiche che possono essere causate dalla polvere o dalle muffe presenti negli evaporatori dei climatizzatori.
Al contrario, invece, se sottoposti ad una corretta manutenzione e pulizia, i condizionatori possono essere utili e, addirittura, salutari per alcuni soggetti allergici. Ad esempio, nelle zone dove l’umidità esterna è elevata, il condizionatore rende l’aria più asciutta, riducendo la crescita degli acari della polvere, con ovvi benefici dei soggetti allergici. In quelle, invece, dove l’inquinamento atmosferico è particolarmente elevato, i filtri trattengono gli agenti nocivi, potendo contribuire a un miglioramento delle condizioni respiratorie dei soggetti asmatici.

Lo sgradevole odore che capita di percepire all’accensione dell’aria condizionata, soprattutto in auto, dipende quindi dalla presenza e dalla proliferazione di batteri, muffe e microorganismi contaminanti nei condotti di aerazione?

Esattamente! Questo odore sgradevole viene emesso da tutti gli impianti A/C non opportunamente puliti ed igienizzati, ed è collegato alla presenza di batteri, muffe e germi che nel tempo si sono depositati e accumulati nei canali di ventilazione. Ovviamente nelle auto l’odore è più intenso, essendo l’abitacolo un ambiente più ristretto rispetto agli interni di un’abitazione o di un ufficio ma la situazione è esattamente la stessa anche se la percezione olfattiva è inferiore. Ad aggravare ulteriormente il rischio di malattie in auto è il fatto che le bocchette dell’impianto A/C sono direzionate direttamente sul viso del guidatore e dei passeggeri e che il tempo di esposizione a questo flusso di aria contaminato è costante e prolungato nel tempo.

Da cosa dipende, invece, la riduzione di efficienza dell’impianto a cui facevi riferimento prima?

Per quale motivo, esattamente, un impianto di climatizzazione pulito consuma meno energia?  Lo sporco non trattato si deposita all’interno degli impianti A/C, sui filtri, sulle batterie alettate, ecc., creando una sorta di barriera che impedisce il trasferimento di calore e riduce lo scambio termico. Per raggiungere la temperatura preimpostata l’impianto consuma quindi più energia, con un’inevitabile conseguenza sulle bollette dell’utente finale. Inoltre, se intenso, lo sporco può bloccare le vie di fuoriuscita dell’aria, provocando una drastica riduzione dell’efficienza dell’impianto.

Pulire i filtri dell’impianto A/C con detergente e acqua calda è corretto?

No, sebbene sia una pratica e una convinzione molto diffusa, la semplice detersione dei filtri con detergente e acqua calda non è sufficiente. Per una igienizzazione profonda e completa dei filtri è necessario eliminare anche germi e batteri, responsabili dell’insorgenza delle malattie a cui accennavo prima. A tale scopo servono prodotti igienizzanti e disinfettanti specifici per questo tipo di utilizzo al fine di evitare danni ai materiali che compongono il filtro.

È sufficiente pulire i filtri per poter affermare che un impianto A/C è pulito?

No, la pulizia dei filtri non è sufficiente. Per quanto questi siano un vero e proprio ricettacolo di virus, germi, batteri, polvere e agenti contaminanti di vario tipo, non sono l’unica componente dell’impianto ad essere oggetto di contaminazione. Sporco grasso e ambientale, residui organici e microorganismi possono depositarsi anche sulle batterie alettate o sull’interno delle scocche, per non parlare della proliferazione di muffe che interessa particolarmente lo scarico e la pompa di condensa. Si tratta di una condizione assolutamente fisiologica: le unità interne degli impianti di climatizzazione sono ambienti umidi dove è naturale proliferino germi e batteri. Per ovviare il problema è sufficiente procedere con operazioni di pulizia regolari: solo in questo modo si ha la garanzia della salubrità dell’aria immessa nell’ambiente. Per concludere, vorrei fare un ultimo appunto in merito alla pulizia dei condensatori, tendenzialmente ancora più sottovalutata in quanto localizzati all’esterno degli edifici. In questo caso sono gli agenti esterni il problema: foglie, smog, sabbia, polvere, ecc. Il loro accumulo potrebbe inficiare l’efficienza delle componenti del sistema, pertanto, per impianti performanti al top, anche la pulizia dei condensatori è fondamentale.

Prodotti comparto climatizzazione

Immagino, pertanto, che queste operazioni di pulizia non possano essere effettuate dal privato ma sia necessario affidarsi alle competenze e alla preparazione di tecnici esperti. Corretto?

Per una pulizia completa e profonda degli impianti di climatizzazione è necessario l’intervento di un tecnico specializzato. Per quanto riguarda il singolo privato, invece, può eseguire comunque con una certa frequenza operazioni di pulizia ordinaria che garantiscano all’impianto di erogare nell’ambiente aria sempre sana. Esistono infatti prodotti, soprattutto in bombola aerosol, di facile utilizzo e sicuri sia per l’operatore che per l’impianto. Quello che raccomando è di affidarsi sempre e solo a prodotti specifici e di qualità, e di seguire le istruzioni riportate sulle relative schede tecniche e di sicurezza.

Con quale frequenza ritieni sia necessario pulire un impianto A/C?

Ovviamente la risposta dipende dall’intensità di utilizzo dell’impianto di climatizzazione e dal tipo di ambiente in cui questo è installato, che potrebbe essere particolarmente ossidante o presentare un elevato livello di sporco ambientale. In linea di massima direi che possiamo definire un numero minimo di due volte l’anno, sotto il quale consiglierei vivamente di non scendere per garantire una pulizia completa e professionale dell’impianto. Nei mesi primaverili, prima di accenderlo, per evitare che polvere e germi depositati nel tempo vengano immessi nell’aria, disperdendosi negli ambienti interni. E dopo l’estate, una volta che la stagione calda si è conclusa, per evitare che lo sporco accumulatosi nei mesi di utilizzo si incrosti sulle superfici, rischiando di danneggiare l’impianto. Qualora invece si trattasse di una pompa di calore, consiglio la pulizia ogni volta che si passa dalla modalità di riscaldamento a quella di raffrescamento o viceversa.  Per quanto riguarda, invece, la semplice pulizia dei filtri che può essere eseguita anche dal singolo, senza che sia necessario l’intervento del tecnico, consiglio invece una frequenza mensile, raccomandando sempre di utilizzare pulitori igienizzanti specifici e, soprattutto in questo periodo, di completare il trattamento mediante l’utilizzo di un disinfettante, in modo da eliminare eventuali virus.

 


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